La Pannocchia di Codroipo

Struttura Residenziale per persone con disabilità

“Germogli di inclusione” è un progetto in itinere approvato dalla Regione Friuli Venezia Giulia in risposta al Bando – “Interventi progettuali di particolare rilevanza – Contributi a favore delle organizzazioni di volontariato, di cui agli articoli 9, 10 e 28 della legge regionale 9 novembre 2012, n.23 emanato con D.P.Reg. 31 dicembre 2014, n. 0265/Pres. e successive modifiche e integrazioni”.

Il Progetto avviato ad aprile 2024 ha previsto la realizzazione di un orto all’interno del giardino della Struttura Residenziale de “La Pannocchia” in Viale F. Duodo, 86 a Codroipo, ideatrice progettuale, hanno aderito, in qualità di partner, tre associazioni del territorio “ANTEAS” Codroipo OdV, “Il Samaritan” di Ragogna che gestisce un centro residenziale per persone con disabilità, “Il gruppo di volontariato di Sedegliano” e in qualità di collaboratori cinque realtà, la Scuola di Formazione Cefap di Codroipo, la Fondazione “Valentino Pontello” che gestisce un centro per persone con disabilità a Majano, “UTES” di Sedegliano, il Collettivo “I Magnifici” di Codroipo e il C.S.R.E. di Codroipo. Al Progetto hanno fornito il Partenariato Istituzionale Pubblico il Comune di Codroipo, l’Ambito Territoriale del Medio Friuli e l’Azienda Sanitaria Universitaria Friuli Centrale ASUFC.

La realizzazione della progettualità ha previsto la pianificazione finanziaria grazie al contributo regionale, la formazione del personale sulle migliori pratiche e sulle nuove metodologie, creando piani individualizzati per ciascun partecipante considerando abilità, interessi e obiettivi personali, il monitoraggio della qualità e la collaborazione con le altre Associazioni ed Enti.

La progettualità promuove la sensibilizzazione della disabilità e difende i diritti delle persone con disabilità coinvolgendo la comunità locale e stimolando la partecipazione a iniziative di advocacy. 

Si tratta di un’attività strutturata che mira alla crescita personale attraverso l’interazione con gli educatori, con gli operatori e con gli altri partecipanti partner e collaboratori grazie alla quale, le persone con disabilità possono implementare abilità sociali, cognitive, mnemoniche, comunicative e di autostima accrescendo il proprio benessere sia fisico che emotivo in un’ottica di welfare generativo. La creazione di un orto, oltre ad essere un ambiente che ben si presta alla relazione interpersonale, parte dall’individuazione dell’importanza della tradizione del territorio. L’orto nel territorio è da sempre una prassi largamente diffusa, la pratica dell’orto è insita nella tradizione friulana, una dote che si tramanda come patrimonio rurale di tradizione; anche gli utenti della Struttura testimoniano, con racconti personali, memorie di vissuti famigliari legati alla coltivazione dell’orto che è cultura del territorio.

Nello specifico l’orto realizzato è un orto sinergico che corrisponde ad un modo di coltivare che combina piante ed elementi naturali per creare un ecosistema autosufficiente, pratica anche metaforica perché in sostanza vengono piantumate piante che si aiutano a vicenda grazie alle loro caratteristiche intrinseche e si basa sui principi di resilienza, di ciclicità e di mutualità.

Nella specificità del Progetto si tratta di una sperimentazione, aperta alla comunità, di realtà di condivisione possibile dove si intersecano bisogni, tradizione, innovazione, relazioni e reciprocità.

La reciprocità tra Enti, partner, collaboratori e Istituzioni gioca un ruolo fondamentale nell’attuazione del Progetto che mira all’integrazione e al sostegno delle persone con disabilità sgretolando stereotipi discriminatori che ormai appartengono a retaggi obsoleti, alimentando invece la trasmissione di “buone pratiche”.

La pianificazione delle attività progettuali vede la presenza nell’orto sinergico realizzato nel giardino della Struttura, degli attori partner e dei collaboratori che portano un movimento interno di persone, di esperienze e di sensibilità; vede anche lo spostamento degli ospiti negli orti delle strutture de “Il Samaritan” di Ragogna e della Fondazione “Valentino Pontello” di Majano creando un movimento di persone all’interno della Struttura e reciprocamente, dall’interno verso l’esterno. 

In questa sperimentazione di movimento condiviso e reciproco, nel quale ogniuno porta il proprio contributo e le proprie peculiarità, un ruolo fondamentale è rivestito dall’impegno e dalla partecipazione dei volontari, una straordinaria ricchezza di persone che impegnano il proprio tempo e le personali risorse e inclinazioni per sostenere i diritti e la tutela delle persone con disabilità.

La Pannocchia fonda le proprie radici sul volontariato, vanta un nucleo di volontari storici che si prodigano da sempre per il bene delle persone ospitate al quale si affiancano, sempre più frequentemente, nuove persone che entrano a far parte attivamente del bacino di volontari. Avere questa presenza di persone che si adoperano per fini solidaristici all’interno della Struttura è parte integrante della quotidianità e accresce l’ambiente inclusivo e la partecipazione attiva nella comunità; ogni volontario riveste un ruolo importante perché sostiene e veicola il valore dell’empatia e della solidarietà.

Per l’Ente

Dott.ssa Patrizia Morra

Responsabile della Progettazione Sociale